sabato 22 agosto 2009

Col senno di poi

Vorrei parlare di quest'esperienza ai Mondiali di nuoto. Mi ci voleva un po' di tempo per digerirla, metabolizzarla e poi decidere che voto darle. Direi un bel 9. Anche se la prima settimana ai tuffi mi sono esaltato troppo di più! I tuffatori sono delle persone spettacolari, umili e tranquille, mansuete, direi. Si facevano fotografare, ti firmavano autografi e scambiavano volentieri gadgets con noi senza problemi. I nuotatori no. La Pellegrini se la tira abbbbestia, Phelps ha fatto la prima donna tutto il tempo dando in escandescenze perché qualcuno dei volontari o atleti di Paesi sconosciuti si sono permessi di chiedergli un autografo o una foto insieme...Michelino go home!!!
Certo verrà ricordato come il Mondiale dei Record, ce ne sono stati 43 in totale. Ma anche quello di Cielo Filho e delle sue lacrime sul podio. Certo anche quello della bravissima Federica Pellegrini che se la tira ma vince. Non so che effetto faceva da casa, che idea davano questi Mondiali ma esserci e viverli dal piano vasca, vi assicuro, era una libidine. Mi sono fatto una scorpacciata di gare di tuffi; già amavo questo sport bellissimo ma viverlo dal piano vasca col naso all'insù è emozionante. Tra i tanti compiti che avevamo noi volontari dei tuffi c'era anche quello di portare gli atleti alla presentazione pre-gara. Si trattava, durante la diretta Rai, di sfilare con gli atleti, aspettare che venissero presentati dallo speaker e poi si tornava indietro. Alla finale del trampolino singolo da tre metri feci da aprifila con le ragazze, c'erano Guo Jing Jing, Tania Cagnotto e le altre atlete fianliste. Daniel, il responsabile dei cerimoniali, ci dava il via quando era il momento di entrare con le atlete al seguito, tutte in fila, sul piano vasca per la presentazione. A quel punto la speaker diceva "Ladies and gentlemen, please welcome the competitors" e si entrava con la musica del gladiatore in sottofondo...una pelle d'oca!!! Mi ricordo che quel giorno quando annunciarono il nome della Cagnotto

dovetti trattenere le lacrime. Era magico quel momento. Gli spalti erano pieni e la gente che tifava i propri atleti. Un melting pot di colori e lingue, tratti somatici e folklore...insomma una figata immensa per me che sono un esterofilo nato.

Tra i tanti episodi successi, uno che davvero sono stato contento di vivere è accaduto uno dei primi giorni. Non erano ancora partite le gare, sarà stato il 15 di Luglio e Anton Zakarov, un tuffatore ucraino, si fece male ad un calcagno mentre provava un tuffo: ora per quei pochi fortunati che non mi conoscono, devo anticipare che io sono un rompipalle spaziale. Capace di fracassarti i coglioni a macchinetta se non mi torna una cosa o devo arrivare ad ottenere un'informazione. Infatti sin dal primo giorno in cui sono entrato in servizio, ho spaccato le palle a Barbara la mamma dei fratelli Marconi, che insieme ad Alessandra, è stata la mia responsabile, per farle entrare in testa che io sapevo parlare inglese e francese. Ma quest'informazione gliel'avrò ripetuta tipo 100 volte al giorno, infarcendogliela tra i vari discorsi...insomma, il giorno che si fece male Anton Zakarov, io ero alla palestra del riscaldamento. Viene Zhe, un mio amico di origini cinesi, anche lui volontario, e mi dice che Barbara mi vuole per andare con Anton all'ospedale perché deve farsi i raggi e si ricordava che parlavo inglese...chissà come avrà fatto a ricordarselo! Ho fatto una corsa che, giuro, se mi prendevano il tempo, spazzavo via i record di Carl Lewis! Arrivo sul bordo vasca e un tipo del primo soccorso mi fa: "ma sei te Gian?" E io: "Sì, che è successo?" " Ma sei te che parli spagnolo?" E io: "Io spagnolo? Scherzi? Benissimo!". Il tipo: "Ok allora devi venire con noi in ambulanza fino all'Acqua Acetosa perché l'atleta che si è fatto male vuole farsi i raggi." Ora io mi domandavo cosa c'entrasse la lingua spagnola con l'atleta Ucraino. Poi l'ho capito. Dopo varie seghe sul fatto che non si sapeva se gli esami li doveva pagare la squadra oppure erano a carico della Fina, dopo che questo piede, apparentemente sano e solo sbucciato si stava riempiendo comunque di sangue e dopo che, in uno spagnolo approssimativo, cercavo di far capire al massaggiatore di Anton Zakarov che ci stavamo informando per chi dovesse pagare il raggi, ecco che, ancora privi di risposte, si monta in ambulanza. Io, preoccupandomi dei passeggeri: "Hola, nosotros andamos al centro Coni Acqua Acetosa, para hacer el raggio....como se dice raggio? Lastra? Entonses no te preoccupa!" In che stato!!!! Loro cmq erano tranquilli e sorridenti e lì, parlando in Spanglish, ho capito che il massaggiatore di Anton in realtà era Argentino di nascita ma poi trasferito in Ucraina prima della scissione dell'URSS, prima della nascita dell'Ucraina, in pratica quando c'era ancora il regime CCCP. In quel frangente, attraverso il traffico di Roma, 1000 telefonate sono partite per definire CHI doveva pagare i raggi! Mi chiama Barbara e mi fa: paga te che poi tirendo i soldi. Poi mi richiama: No allora non pagare e fai intestare la fattura alla FIN. Al Centro Coni io sono entrato in sala raggi con Anton perché il dottore non parlava una cippa lippa di nulla. Durante i raggi andavo dietro al casottino col dottore per via delle radiazioni. Ganzo! Poi ho fatto medicare il piede al povero Anton che stavano per dimettere ancora sanguinolento. All'accettazione non hanno fatto storie né per quello né pe la fattura! Abbiamo aspettato fuori che una macchina di Roma09 ci venisse a riprendere e, con il volontario alla guida, abbiamo riportato Anton e il suo allenatore, all'hotel. Da quel giorno siamo diventati amici e ci siamo scambiati un sacco di regali e regalini, il primo regalo che mi fece Ramon, il massaggiatore, fu una spilla con il simbolo della vecchia CCCP, con falce e martello annessi. Poi io gli andai a comprare le spille di Roma 09 che mi aveva chiesto, allora lui mi regalò una matrioska e io non potevo rimandarli a casa senza i Biscotti di Prato. Biscotti che, devo dire, sono andati un po' in tutto il mondo. Ne avevo comprati un bel po' come merce di scambio. I vari pacchetti sono poi partiti, per l'Australia, le Isole Fiji, l'Isola di Palau, gli Usa, il Canada e come detto, l'Ucraina. Insomma c'è un po' di Prato nel mondo. In cambio ho avuto magliette o spille e zaini promessi per posta ma che ancora non sono arrivati. Cmq quel che conta è la bellissima esperienza di cui spero di tornare a parlarvi che mi ha lasciato tanti bei ricordi e un bagaglio di esperienze notevole ma anche delle consapevolezze che si sono poi trasformati in buoni propositi: quest'inverno mi metto a studiare lo spagnolo!

Ecco il mitico Klaus Dibiasi che a Roma09 era Direttore di settore.

con Francesco Dell'uomo

con il grande Carlos Calvo

e qui sono con il suo compagno di Syncro: Javier Illana, due grandissimi personaggi e bravissimi tuffatori.Nicola Marconi

Qui sono con Luca Sacchi

Il mitico Tom Daley che ha vinto l'oro dalla piattaforma 10 metri individuale, davanti ai cinesi.

Tania Cagnotto (bronzo), la strepitosa ma umilissima Guo Jing Jing (oro) e la canadese Emilie Heymans (argento), dopo la premiazione per la gara trampolino da tre metri individuale.

Questa era la Festa che Maria Marconi (a dx) ha organizzato per i tuffatori. Da sx Francesco dell'Uomo, Francesca Dallapé e Tania Cagnotto.

Ma indubbiamente questo mondiale verrà ricordato da me, dai volontari, dagli addetti ai lavori, dagli atleti e da tutte le squadre in generale, come il Mondiale delle bottigline d'acqua della Yakult. Ne saranno state bevute una quantità impressionante; i ragazzi addetti al riempimento dei frigo non riparavano a rifornirli che finivano le bottigline. A Roma senza scherzi saranno stati 40 gradi continui tutti i giorni e a parte gli atleti che potevano entrare in acqua, per noi poveracci, obbligati a stare di continuo sotto al sole, era un calvario. Personalmente non ho idea di quante bottigline d'acqua io abbia rifornito le squadre sugli spalti durante le giornate di gara ai tuffi. ogni due rank di tuffi si svaligiavano i frigo e si partiva per la somministrazione. Non c'era nessuno che la rifiutasse!

Mitica boccetta della Yakult, mi ricorderai sempre questa meravigliosa esperienza!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi immagino tutti gli atleti, organizzatori, coordinatori, ex atleti fotografati che appena ti vedevano esclamavano: "ecco jean"

Unknown ha detto...

forza Australiaaa!!!!!!!!!!